Tu sei qui: CronacaMaria Rosaria Boccia e la diffida per atti persecutori da ex assessore della Costa d’Amalfi
Inserito da (Admin), giovedì 12 settembre 2024 16:31:03
Maria Rosaria Boccia, l'imprenditrice campana oggi nota per essere coinvolta nello scandalo che ha portato alle dimissioni del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sarebbe stata destinataria nel 2018 di una diffida per atti persecutori e stalking ai danni di un ex assessore di un piccolo comune della Costiera Amalfitana.
Le vicende sono riportate in un articolo dettagliato pubblicato da "La Verità" e ripreso da Dagospia.
"La seppur breve relazione affettiva è stata interrotta per volontà unilaterale del mio assistito alla fine del mese di luglio scorso - ha scritto l'avvocato dell'ex assessore in un documento riportato dall'articolo -. Una fine che Ella (la Boccia) mai ha accettato, atteso che a decorrere dal 3 agosto, giorno in cui comunicava telefonicamente al mio assistito di essere incinta, per il signor M.M. iniziava un incubo che di fatto lo ha indotto a modificare radicalmente le proprie abitudini di vita, determinando un perdurante e grande stato di ansia o di paura".
Nonostante un test di gravidanza successivamente rivelatosi negativo, i comportamenti ossessivi da parte della Boccia non si erano fermati, evolvendo in quello che l'ex assessore ha definito un vero e proprio stalking.
L'escalation delle azioni intimidatorie includeva inseguimenti ad alta velocità e citofonate notturne ripetute, che sono state registrate dalle telecamere di sicurezza. Questi episodi culminavano spesso con Boccia che, dopo essere stata ignorata al citofono, iniziava a bussare insistentemente alla porta e a inondare di chiamate il cellulare di M.M., costringendolo a mantenere il dispositivo in modalità silenziosa.
Dopo mesi di tensione crescente, l'ex assessore decide di proteggersi legalmente, affidando al suo avvocato, G.D., il compito di redigere una diffida formale contro la Boccia per cessare immediatamente ogni comportamento persecutorio. La diffida avvertiva che l'ignorare tale avviso avrebbe portato a una denuncia formale non revocabile all'autorità giudiziaria, secondo le norme contro gli atti persecutori del codice penale italiano.
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