Tu sei qui: AttualitàVoglia di volare
Inserito da (redazionelda), giovedì 16 aprile 2020 12:18:01
di Antonio Schiavo
Certo, può sembrare paradossale, al limiti della più gretta e stupida insensibilità rattristarsi, fin quasi a commuoversi, davanti all'immagine dei due asini che si sono schiantati sulla strada verso Furore dopo un volo di settanta metri.
In un momento tragico come questo dove i morti, fra gli umani, si contano a centinaia al giorno: vecchi soli, medici, operatori sanitari, rabbuiarsi per la pur tragica fine di due animali appare come frutto di un parallelismo distorto e insensato.
Eppure, sarà perché da anni colleziono asinelli di ogni foggia e materiale, che quelle due bestie rannicchiate sul ciglio di una strada ormai semideserta mi ha dato un po' di tristezza.
Considero l'asino l'animale più serio e docile fra tutti quelli di cui l'uomo si è accompagnato e, soprattutto, servito nei secoli.
La considerazione nei loro confronti è stata certamente ingrata e poco rispettosa delle loro virtù intrinseche; la letterature e la tradizione hanno contribuito a farne oggetto di scherno e derisione: dall'asino di Buridano che posto di fronte a due secchi di fieno perfettamente uguali e alla stessa distanza è talmente indeciso su quale scegliere per nutrirsi che alla fine muore di fame. Al ciuchino di Pinocchio e Lucignolo, simbolo della punizione per non sapere rimanere savi ed equilibrati, alle orecchie d'asino affibbiate agli alunni svogliati e testoni.
Dimenticando troppo frettolosamente a quanta fatica l'asino è stato sottoposto dal suo padrone, che nei Vangeli l'asinello offre calore al Bambino che nasce in una mangiatoia (i tedeschi la chiamano Krippen = greppia che è la rastrelliera per il loro foraggio), su un somaro Giuseppe porta la sua famiglia in Egitto per sfuggire alla strage di Erode, su un asino (ma guarda!) Gesù entra a Gerusalemme tra due ali di folla festante che dopo qualche giorno lo crocifiggeranno.
Sì, è un animale testardo ma quella testardaggine sembra quasi una richiesta di rispetto della dignità da riservare a chi lavora senza sosta e senza un lamento. Dovremmo esserne consapevoli soprattutto noi, figli ormai in età avanzata della Costiera Amalfitana: quanti ne abbiamo visti arrampicarsi fra stradine impervie e scale dissestate con un carico di sporte pesantissime di limoni o, insieme ai fratelli muli, unico mezzo di trasporto di materiali per l'edilizia e legna altrimenti inutilizzabili per la particolare conformazione del nostro territorio!
Come dimenticare poi, che insieme e più dei cavalli, gli asinelli sono tra gli amici animali prediletti per l'ippoterapia a sostegno soprattutto dei bambini malati a cui riescono a trasmettere un briciolo di serenità e voglia si sorridere quando tutte le terapie mediche risultano invece fallimentari.
Chissà se anche loro, i due asini precipitati, in questi giorni, hanno trovato insopportabile (dicono per questioni ormonali, ma non ci credo) la reclusione in una stalla, il buio re la sostanziale mancanza d'aria. L'istinto di libertà avrà avuto la meglio, avranno (lo supponiamo) desiderato di correre, liberi. Per una volta.
Avranno forse provato la vertigine davanti a quel maledetto burrone, vertigine come riscatto di una vita silenziosa e umile al servizio dell'uomo.
E poi chi l'ha detto che la vertigine (non "le vertigini") sia una cosa brutta.
Per una volta penso di essere d'accordo con Lorenzo Jovanotti:
"La vertigine non è paura di cadere ma... voglia di volare".
nella foto gli artistici asinelli in ceramica della collezione de "La Caravella" di Amalfi
>Leggi:
Costa d'Amalfi: fuggono dalla stalla, due asini precipitano nel vuoto [FOTO]
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