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Inserito da (redazionelda), martedì 4 settembre 2018 17:39:18
di Antonio Schiavo
Ho letto con vivo interesse la lettera della Dottoressa Brunella Clemente sull'evoluzione (o involuzione?) dell'offerta turistica in Costiera Amalfitana.
Fa il paio con un redazionale precedente che puntava sulla estrema difficoltà per gli abitanti del nostro territorio, soprattutto giovani, di trovare alloggi in affitto.
I concetti espressi con molta chiarezza e puntualità si sono mescolati con una serie di impressioni e considerazioni che avevano caratterizzato il mio soggiorno a Ravello per le vacanze.
Riflettevo infatti sulla vera e propria mutazione genetica degli arrivi e delle presenze nella nostra cittadina rispetto agli anni passati.
Come ci insegnano gli scienziati ogni mutazione porta con sé elementi positivi e negativi su cui vale la pena di soffermarsi per un primo approfondimento che non ha la pretesa di essere esaustivo né tantomeno portatore di giudizi assoluti.
Provatevi a fare una passeggiata in Piazza o per le vie di Ravello: a volte sembra di essere alla stazione di Milano Centrale nell'ora di punta. E' uno slalom tra decine e decine di trolley di turisti che si avviano (spesso sotto un sole cocente) ai B&B e case vacanze spuntate come funghi e, ci si augura, in maniera urbanisticamente, giuridicamente e fiscalmente regolare.
Dati ufficiosi parlano addirittura di più di 150 case vacanza e 15 B&B.
Ora io non so valutare quale possa essere il ritorno economico anche per la collettività intera; può darsi che ci sia un effetto "alone" che spalmi i benefici non solo, come è ovvio e giusto, per il titolare, ma anche per altri operatori turistici ed esercizi commerciali locali.
Un'indagine di qualche tempo fa su un giornale economico evidenziava, però, che il target di fruitori di tali strutture (soprattutto giovani) tende a circoscrivere prevalentemente le spese per pernottamento e prima colazione, con esborsi economici molto limitati per il resto tranne, per fortuna, per visite ai musei e ai siti di interesse artistico e paesaggistico.
Alcune città hanno addirittura ipotizzato di imporre in questi casi un soggiorno minimo oscillante fra i tre e i cinque giorni per favorire una maggiore e più diffusa distribuzione della ricchezza indotta.
Io tendo a non essere così perentorio e/o catastrofico, se non altro perché è bello vedere le nuove generazioni che si recano a Villa Rufolo e Cimbrone, che ammirano i nostri panorami ineguagliabili, che favoriscono una germinazione di cultura nuova e viva di cui anche i nostri ragazzi potranno godere.
Ciò sempre se si riesce ad attivare un reale interscambio di saperi e tradizioni che escluda la visione del "forestiero" solo come pollo da spennare maledettamente e subito o, di converso, che consideri il luogo ospitante come un bivacco dove tutto è permesso.
Non mi addentro nella valutazione dell'altro fenomeno della carenza di case in affitto trattato in maniera ampia e circostanziata negli articoli citati.
Mi limito solo a evidenziare quanto sta emergendo nei nostri paesi e cioè persone che vanno ad abitare in altre località o si accontentano di vivere in strutture più precarie trasformando in maniera speculativa la propria abitazione di proprietà in casa vacanza o B&B col miraggio (non sembri un ossimoro, forse realistico) di chissà quali guadagni.
Oppure altri che hanno (ed è un paradosso) affittato i pochi appartamenti disponibili pagando canoni esorbitanti con l'idea di realizzare surplus significativamente più congrui e determinando anche l'effetto collaterale di drogare in maniera incontrollata il mercato immobiliare in locazione.
L'architetto Clemente nella lettera a il Vescovado dichiara che la Costiera amalfitana è ormai, nella scala di Doxey (che misura l'impatto del turismo sui luoghi), allo stadio di antagonismo con gli interessi dei villeggianti prevalenti su quelli dei residenti.
La speranza è che questo squilibrio, accresciuto dalla illusione di una ricchezza inesauribile, non annienti la nostra antica tradizione di accoglienza basata su relazioni cortesi e paritarie con i visitatori portatori di un altro genere di valori e ricchezza, questa sì senza fine.
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Sfratto turistico ed emigrazione di necessità: in Costiera Amalfitana tante famiglie senza casa
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