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Inserito da (redazionelda), venerdì 8 giugno 2018 09:41:23
di Antonio Schiavo
Ma dico io: se proprio volete commemorare Pino Daniele, ma perché non gli fate dire una messa in suffragio?
Chi ha avuto la (s)fortuna di assistere alla estenuante maratona televisiva di ieri sera (a mezzanotte era appena iniziata la seconda parte) potrà convenire con me.
La serata, invero, non era cominciata male : un duetto virtuale tra il cantante e gli storici componenti della sua band : Tullio De Piscopo, Tony Esposito, James Senese affiancati ai più recenti come una stupenda pianista che aveva sostituito più che degnamente Joe Amoruso.
Ma poi....
Un caravanserraglio di improbabili esecutori delle meravigliose melodie di Pino a cominciare da Jovanotti che balbettava " Putesse essere allero" in un mix di umbro-napoletano da far accapponare la pelle, da canzoni smozzicate nemmeno mandate a memoria ma lette (forse al momento e probabilmente senza averle provate ) dove prevalevano le stonature con i maestri che sudavano sette camicie per star dietro ai commemoratori canori.
Una passerella di cantanti di cui non se ne conosce il cachet ma solo intuibile, viste le mille interruzioni pubblicitarie della trasmissione , che hanno fatto a gara a chi faceva peggio . Con qualche rara eccezione: forse il migliore è stato proprio Clementino il che è quanto dire!
Retorica a fiumi: tutti che hanno dichiarato uno o più ricordi di quando Pino mi aveva... della volta che Pino... dell'amicizia che ci legava.... della canzone preparata insieme.
Che io ricordi, ma forse mi sbaglio , Pino Daniele, nella sua grandezza di musicista , non brillava per essere così un amicone , anzi mi sembrava alquanto schivo, rifuggiva dalle amicizie di facciata, dalle reunion ammantate come quest'ultima da un solito progetto di beneficenza buono per tutti gli usi (o per salvarsi l'anima).
E, così continuando in maniera raffazzonata: passerelle di colleghi che ci hanno propinato (guarda caso!) le proprie canzoni, cariatidi canterine che leggevano a fatica i testi e dovevano guardare chi li accompagnava per azzeccare gli attacchi, attori che volevano per forza scimmiottare l'inimitabile Massimo Troisi, tenorini che sembravano alle prime armi con uno smozzicato" O sole mio", tentativi di farsi salvare dal completo naufragio musicale coinvolgendo nei ritornelli l'immenso pubblico del San Paolo, richiami estemporanei a Eduardo de Filippo.
Ecco, infine, il concertone di ieri sera ha provocato danni irreparabili , oltre che alla memoria del povero Pino (quante volte è stato evocato puntando con affettata commozione il ditino verso il cielo stellato di Napoli!), come se non bastasse , anche al manto erboso del nostro amato stadio.
E anche questo è insopportabile.
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