Tu sei qui: AttualitàNuova scheda tecnica per Liquore Limone Costa d’Amalfi: confezionamento e imbottigliamento anche fuori da territorio
Inserito da (redazionelda), mercoledì 29 giugno 2016 07:31:42
Con decreto 8 giugno 2016 del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 16 giugno 2016, si è provveduto a modificare la scheda tecnica della Indicazione Geografica "Liquore di Limone della Costa d'Amalfi" (allegato A del decreto ministeriale n. 4964 del 2 settembre 2014, modificato dal decreto ministeriale del 5 dicembre 2014, n. 6878) al fine di precisare ulteriormente le caratteristiche specifiche dell'indicazione geografica.
Potrà chiamarsi limoncello, o meglio "Liquore di Limone della Costa d'Amalfi", soltanto il prodotto ottenuto dalla macerazione a freddo in alcool etilico di scorze di limoni IGP raccolti nei tredici comuni della Costiera Amalfitana; tutte le fasi del processo produttivo (lavaggio e pelatura dei limoni, infusione delle bucce e produzione del liquore) devono avvenire esclusivamente nei comuni dell'area IGP, mentre il confezionamento e l'imbottigliamento potranno essere effettuati anche fuori dal comprensorio amalfitano. Inoltre la gradazione minima alcolica è stabilita a 25 gradi mentre il quantitativo minimo di limoni Costa d'Amalfi IGP utilizzati per litro di prodotto è di 250 grammi.
Lo sfusato amalfitano, così detto per la sua particolare forma affusolata, è una varietà autoctona coltivata nei tredici comuni della Costiera Amalfitana (Amalfi, Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti, Vietri sul Mare) su circa 400 ettari di terrazzamenti, capaci di produrre un raccolto medio annuo di circa 1 milione e mezzo di chilogrammi. Com'è noto la coltivazione del limone svolge anche un ruolo fondamentale nella tutela idrogeologica del territorio occupando anche i versanti più acclivi.
In Costiera Amalfitana la presenza di limoneti in epoche antiche è stata dimostrata da numerosi documenti storici. Furono gli Arabi, nel corso delle loro conquiste, che introdussero il limone in Spagna e in Sicilia e da qui in Campania. Ma la vera diffusione del limone nell'area di Amalfi avvenne soprattutto grazie all'accertata necessità di disporre di questo frutto a seguito della scoperta della sua grande utilità nella lotta allo scorbuto, malattia dovuta a carenza di vitamina C, di cui gli agrumi sono notoriamente ricchi. Per gli amalfitani, popolo famoso di navigatori, era determinante poter disporre, sulle proprie navi, di scorte abbondanti di questo prezioso frutto. Già nell'XI secolo la Repubblica Amalfitana decretò che a bordo delle navi ci fossero sempre provviste di tali frutti. Dal 1400 al 1800 altissima fu la richiesta, anche da parte di altri Paesi, soprattutto nord-europei, di limoni amalfitani, proprio per il loro impiego nella lotta allo scorbuto. Matteo Camera scrive, a tal proposito, nel 1600, di limoni «...che da Minori venivano trasportati via mare verso altri mercati italiani, assieme a limoncelli e a cetrangoli...», termine con il quale venivano indicate le arance amare. È così che lungo la Costa, i "giardini di limoni", come sono chiamati in questa zona i limoneti, sono andati crescendo di numero e di ampiezza nel corso dei secoli, attraverso un'opera immane dell'uomo che ha recuperato all'agricoltura suoli scoscesi ed impervi. Altre testimonianze sono presenti negli scavi di Pompei, dove attraverso affreschi si evince la presenza di piante di limoni nella "casa del frutteto" già nel lontano 1600 a.C. Dopo il 1500 la presenza del limone nell'area amalfitana è riportata da diversi autori e in un testo del XVII secolo si trova anche un accenno ad un "limon amalphitanus", dalle caratteristiche molto simili all'odierno sfusato della Costiera.
Il Consorzio di Tutela Limone Costa d'Amalfi IGP svolge un ruolo prioritario nella tutela, vigilanza e valorizzazione del prodotto principe della Divina, sempre più richiesto dai mercati nazionali ed esteri in ragione delle sue straordinarie proprietà.
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