Tu sei qui: AttualitàLe alici di Cetara al Salone del Gusto 2018, una vetrina imperdibile
Inserito da (ranews), venerdì 28 settembre 2018 10:58:23
Di Secondo Squizzato*
È calato il sipario sulla dodicesima edizione di Terra MadreSalone del Gusto di Torino, l'iniziativa biennale organizzata da Slow Food, un appuntamento imperdibile per i cultori del cibo, delle tradizioni agricole e produttive di tutto il mondo.
L'edizione 2018, svoltasi dal 20 al 24 settembre, è tornata all'area espositiva del Lingotto Fiere, dopo i brillanti esiti della precedente esperienza del 2016, nelle strade e nelle piazze della città di Torino, con oltre un milione di visitatori. Un ritorno al passato che non tutti gli espositori, più di mille, hanno mostrato di gradire, nonostante gli organizzatori si siano affrettati a dichiarare il raggiungimento di un numero di presenze anche superiore ai livelli dell'edizione 2014 (oltre 220 mila passaggi). Ancora una volta in occasione del Salone, quest'anno dedicato al tema Food for Change, si sono dati appuntamento nel capoluogo piemontese oltre 7000 delegati provenienti da 150 Paesi: con le loro storie, le loro tradizioni e i prodotti peculiari che raccontano la vita di piccole comunità, hanno animato ogni giorno i padiglioni del Lingotto Fiere, affollati - tra gli altri - anche da scolaresche interessate a partecipare ai numerosi ‘Laboratori' didattici, che si aggiungono alle decine di laboratori del gusto disseminati durante tutte le giornate.
Non manca mai, nella mia agenda degli anni pari, l'appuntamento del Salone. Insieme ad un gruppo di amici delle alici (Ciccio, Giulio, Ninotto e Pietro) partecipiamo dall'edizione del 2004 all'esposizione torinese, registrando in ogni occasione una crescente attenzione al prodotto che, come cetaresi, ci rappresenta: la colatura di alici. Grazie ad una delle brillanti intuizioni del fondatore di Slow Food, Carlo Petrini - i presìdi - la nostra Colatura, nella sua versione tradizionale, ha potuto farsi conoscere attraverso quella vetrina, e oggi, anche per questo, ha compiuto il suo approdo alla DOP.
Credo che non sia eccessivo, dopo aver fatto l'esperienza di Terra Madre Salone del Gusto, riconoscere a Petrini il grandissimo merito di aver compiuto una vera rivoluzione del cibo buono, pulito e giusto: a proposito, ci ha pensato mai nessuno a proporlo come senatore a vita? Chi volesse ancora aggiungere altri motivi per questa candidatura, può seguire i temi dell'ultima campagna internazionale Food for Change, nata per «proporre soluzioni a partire dalle nostre azioni quotidiane fino al sostegno ai nostri progetti internazionali che attraverso la nostra rete rafforzano economie locali pulite, filiere eque e produzioni che fanno parte del nostro patrimonio». O anche l'importante riflessione proposta nell'ambito di uno dei tanti seminari di approfondimento, al quale ho assistito, sul tema delle iniziative per contrastare lo spopolamento dei piccoli borghi.
Il prodotto identitario di Cetara, la colatura di alici, deve molto a Slow Food e ai tanti responsabili locali e nazionali dell'associazione che nel corso del tempo ci hanno incoraggiati ad andare avanti, anche quando sembrava tutto così difficile e ci si scontrava contro la diffidenza e il sorriso di qualche interlocutore saccente. Ricordiamo come se fosse ieri la visita di Carlin allo stand del presidio nel 2004 quando, davanti al terzigno da cui colavano le gocce del prezioso intingolo, rimproverò il produttore per aver portato poche bottigliette, già esaurite, e lo esortò a continuare nel rispetto della tradizione cetarese.
È stato interessante come sempre, nei giorni di Terra Madre, ricevere visite allo stand, spiegare il processo di produzione a chiunque mostrasse interesse. Singolare è stato farlo a beneficio di un gruppetto di studentesse giapponesi, con l'aiuto dell'amico interprete Ishida Masayoshi, e ricevere al termine un coro di ‘arigatò'. E ancora la bellezza di aggirarsi a zonzo fra i padiglioni, frastornato da profumi ed immagini di prodotti di ogni genere e scoprire tante realtà vivaci anche della nostra regione ricca di produzioni irripetibili; e lì incontrare l'instancabile sindaco di Agerola, Luca Mascolo, che non perde occasione per veicolare il suo territorio attraverso le tante eccellenze gastronomiche; quest'anno ancor più motivato con l'obiettivo di far conoscere la proposta di un campus sul turismo da collocare nel restaurato ed attrezzato edificio dell'ex Colonia Montana Principe di Napoli. O ancora le telefonate per incontrare Vincenzo Savino, assessore di Tramonti, arrivato per movimentare uno stand in cui, tra gli altri, erano in esposizione delle tipicità del territorio.
E mentre si presentava la guida Osterie d'Italia 2019, che riserva il giusto spazio a numerosi chef della nostra Costa d'Amalfi, il fondatore di Slow Food concludeva ricordando: «Ventidue anni fa, quando abbiamo iniziato questa avventura, non immaginavamo che le scelte che operiamo in questo contesto avrebbero potuto avere una rilevanza politica e internazionale, e questo carica l'avvenimento torinese di responsabilità». E, questo aggiungiamo noi, vale anche quando si parla di mare, nelle edizioni di Slow Fish a Genova, negli anni dispari. E allora, dopo la visita all'apposita area tematica dedicata al pesce, ci diamo appuntamento al prossimo mese di maggio 2019, dal 9 al 12, nella città della lanterna che auspichiamo si rialzi dopo la grave sciagura del ponte Morandi, per poter accogliere nell'area del suo Porto Vecchio le riflessioni sul mare, dove ci sono sempre meno pesci e sempre meno pescatori.
*Presidente dell'Associazione Amici delle Alici, già sindaco di Cetara
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