Tu sei qui: AttualitàLavoratori stagionali, monta la protesta contro la Naspi: «Rapina notturna, noi sfruttati perchè 'soli'»
Inserito da (admin), lunedì 30 marzo 2015 08:28:28
Quale futuro per i lavoratori stagionali? Continua l'approfondimento de Il Vescovado su un tema di estrema importanza per l'economia della Costiera Amalfitana e, in generale, di tutte le zone turistiche italiane interessate dalle novità inerenti la Naspi, il nuovo sussidio di disoccupazione che sostituirà Aspi e Mini Aspi.
Ad oggi non sappiamo ancora se i pericoli prospettati saranno confermati dalle circolari esplicative dell'INPS: in caso positivo, dal 1° maggio assisteremo ad una rivoluzione epocale. I lavoratori, nel frattempo, si sono dati da fare, mobilitandosi soprattutto grazie al web. Hanno raccolto decine di migliaia di adesioni la petizione lanciata su Change.org, da consegnare al presidente INPS Tito Boeri, ed il gruppo Facebook che, costituito per supportare l'iniziativa, pullula ogni giorno di storie di persone che da tutta Italia cercano di aiutarsi nella battaglia comune. Abbiamo deciso di parlare con Giovanni Cafagna, promotore delle iniziative giunte alla ribalta nazionale, e con i componenti del gruppo operativo Antonio Penta e Simona Grossi.
Il Vescovado è una testata che parla alla Costa d'Amalfi, un territorio che ha il turismo come core business: nonostante questo, però, l'allarme che abbiamo lanciato nei giorni scorsi non è ancora arrivato a tutti. Temete che sia in atto un tentativo di attuare una "rivoluzione silenziosa"?
Non useremmo proprio il termine rivoluzione, diciamo che c'è stato una vera e propria "rapina notturna". In mezzo a tanti emendamenti e commi è stata inserita una frase che preleva parecchi introiti dalle tasche del lavoratore per versarli non si sa dove. Esattamente come una rapina notturna ben organizzata mentre passa il camion dei rifiuti a coprire i rumori.
Una delle critiche a cui i lavoratori stagionali sono oggettivamente esposti è quella di godere del "privilegio" di lavorare soltanto sei mesi, salvo poi vivere del sussidio di disoccupazione. A parte i casi limite, che andrebbero controllati e puniti, quanto credete sia vero questo luogo comune? Ritenete che possa rappresentare un handicap per la vostra battaglia?
Chi conosce anche un solo lavoratore stagionale sa che tipo di vita faccia: 40 ore settimanali in contratto che sono in realtà molte di più e mai quantificabili. Pensiamo agli hotel, ai bar, ai ristoranti: coloro che vi lavorano sanno l'ora di inizio turno e quasi mai l'orario di fine. Niente straordinario retribuito (se si è tra i fortunati un forfait che copre un numero ridicolo delle ore effettivamente impiegate). In molte attività mesi interi di lavoro senza giorno di riposo, niente ferie e la malattia è un'utopia perchè non esiste nessuno che possa sostituire chi è assente.
Le stagioni sono sempre più brevi. Si parla di 6 mesi di lavoro ma in molte regioni i mesi offerti dalle strutture sono molti meno, circa 3-4. Le strutture turistiche fanno cassa, viaggiano pochi mesi al 100% dell'occupazione sfruttando all'osso i lavoratori che non hanno altre alternative di impiego e accettano qualsiasi tipo di contratto, coscienti di essere costantemente sotto organico. La certezza di avere un po' di ossigeno nei mesi di chiusura delle attività percependo il sussidio di disoccupazione permette a padri e madri di famiglia di sbarcare il lunario, pagare un mutuo o far quadrare i conti per il resto dei mesi nei quali non esiste nessuna alternativa lavorativa. Il sussidio di disoccupazione è presente in tutti gli stati d'Europa e in misura ben più consistente rispetto all'Italia. Un esempio per tutti la Spagna la cui realtà rispetto ai lavoratori stagionali è molto simile all'Italia: 6 mesi di disoccupazione sono garantiti al 70% del salario percepito negli ultimi 6 mesi, nei mesi successivi l'assegno scende al 50%. Ma tutti i lavoratori dopo i 6 mesi tornano a lavorare stagionalmente.
La mobilitazione messa in atto sul web ha, in qualche modo, "scavalcato" i sindacati: quanto sentite vicine, come categoria di lavoratori, le vostre rappresentanze? Avete ricevuto supporto?
Il mondo dei lavoratori stagionali è uno dei settori meno sindacalizzato in Italia. Chi ha appoggi sindacali difficilmente troverà lavoro stagionalmente: questa è stata per anni l'arma dei datori di lavoro del settore. Crediamo che se non fossimo stati invisibili i sindacati si sarebbero mossi in nostro favore prima di far approvare una legge del genere e, soprattutto, meglio. Ora ci aspettiamo che, visto l'interesse e la visibilità che stiamo ottenendo con la nostra iniziativa, il tutto possa essere strumentalizzato anche dai sindacati stessi. Tutti coloro che vogliano darci una mano sono comunque i benvenuti. Questo gruppo non ha orientamento politico o sindacale, ci sentiamo solamente tutti presi in giro da un governo che ha varato una legge decidendo chi penalizzare solo sulla base dei più silenziosi. Coloro che non fanno mai sciopero, mai manifestazioni perchè lavorano 10/12 ore al giorno, 7 giorni su 7, e non hanno appoggi in alto.
Tito Boeri sarà sicuramente stato avvertito della petizione e lo stesso, è ipotizzabile, vale per il Governo: credete ci sia la possibilità di dialogare sul punto con le istituzioni?
Siamo già in contatto con esponenti vicini al Governo, a breve infatti li incontreremo. In questi giorni abbiamo la sensazione che ci stiano studiando per vedere in che modo possano neutralizzarci. Come movimento non abbiamo davvero nessuno alle spalle, e questo può essere un vantaggio, perchè non siamo ricattabili e, allo stesso tempo, siamo un gruppo di persone davvero preparate e decise ad affrontare questa esperienza.
Attendiamo tutti con attenzione le circolari esplicative dell'INPS: alla luce anche della mobilitazione di questi giorni, quanto vi sentite ottimisti?
La mobilitazione è stata straordinaria, non ci aspettavamo una risposta di queste dimensioni, ma non siamo ottimisti. Il governo si dimostra sordo alle richieste dei cittadini, la legge è appena stata approvata senza che nessun sindacato o partito politico si facesse sentire. Tutti in silenzio, tranne la deputata Sara Moretto del PD che, tra l'altro si è esposta mediaticamente già a gennaio, ma che non è stata ascoltata.
La mia - confida il fondatore del gruppo Cafagna, ndr - è stata una reazione alla rabbia che è montata nei mesi precedenti all'approvazione della legge.
Margini affinchè l'INPS possa interpretare l'articolo 5 comma 1 sono minimi, ma questo non vuol dire con un'adeguata pressione mediatica non possa venire incontro alle richieste dei lavoratori stagionali. Come in tutte le cose, è solo una questione di volontà politica.
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