Tu sei qui: AttualitàLa grande impresa di Minori
Inserito da Francesco Criscuolo (redazionelda), domenica 20 agosto 2017 21:01:09
di Francesco Criscuolo*
Il panorama di luci ed ombre, che attualmente offre l'asset collettivo minorese, non dissimile da quello degli altri piccoli centri della costiera amalfitana, fornisce gli spunti per proporre, pur in presenza della calura agostana e del connesso clima vacanziero, una modesta quanto impegnativa riflessione, dettata da un'innegabile effervescenza dell'iniziativa privata soprattutto in campo economico.
Minori, che fino a qualche anno fa, sia pur con alcune lodevoli eccezioni, sembrava una lumaca, atta ad alimentare le voci querele e stantie o i piagnistei dei cantori di tristezza o di malcontento, oggi appare una locomotiva, trainante anche per i comuni viciniori, che fa giustizia del troppo logoro stereotipo di un paese conservatore e restio agli investimenti produttivi di grosso respiro.
E' sotto gli occhi di tutti il nuovo e vitale itinerario di crescita, reinventato nel 2016 dall'intraprendenza e dal coraggio di un imprenditore del calibro, di livello ormai internazionale, di Salvatore De Riso, con l'installazione di una struttura di ristoro ad ampio spettro, e dalla passione imprenditoriale dei germani Luigi ed Alessandro Di Lieto, che, raccogliendo la lezione della "distruzionecreativa" dell'economista austriaco Joseph Schumpeter, hanno innestato sul tronco del primo impianto alberghiero minorese un rinnovato e stimolante servizio turistico - ricettivo.
Queste operazioni di ragguardevole portata, anche per l'aumento di quantità e qualità del lavoro che ad esse si è accompagnato, non possono ritenersi bastevoli per inserire la comunità locale in un percorso veramente promettente e solido di sviluppo.
Lo ha ben capito un benemerito esponente della giovane generazione imprenditoriale minorese, Carlo De Riso, che, forte di un chiaro talento progettuale e di indubbie capacità organizzative e manageriali, si sta muovendo come un vero e proprio capitano d'industria, per realizzare un impianto di trasformazione del limone e dei suoi derivati, definito dagli esperti il più importante in Italia.
Egli ha intuito che, se non vengono rivisitate e rimesse in circolo l'energia e l'intelligenza delle nuove generazioni, il paese non può porsi traguardi ambiziosi. Non è un caso che le economie avanzate, che stanno crescendo in maniera esponenziale, sono quelle con più elevati profili di qualificazione delle fasce giovanili e di bassa disoccupazione delle stesse. Per portare al centro il capitale umano delle nuove generazioni, proiettando la sua attività economica in un futuro a lungo termine, Carlo, che ha ereditato dal padre Giovanni l'amore per l'agrumicoltura, ha già dimostrato, in un quotidiano impegno di lavoro anche manuale, che possono essere realisticamente attivati due circuiti virtuosi, che convergono come elementi fondamentali di una stessa strategia: valorizzare, in tutte le sue molteplici sfaccettature industriali e commerciali, il prodotto agricolo più importante della nostra terra, che è il limone, e perseguire scelte di inclusioni attive nel mercato del lavoro anche con un'adeguata opera di formazione.
C'è un palese intento macroeconomico dietro questa prospettiva di pensiero e di azione, che tende, da un lato, a ridare impulso, quasi compendiandole in una sorta di reductio ad unum, alle più radicate e rilevanti risorse locali, dall'agrumicoltura alla lavorazione industriale, dallo scambio commerciale al rilancio turistico con opportune direttrici di marcia nelle immagini reali offerte ai visitatori e nella tutela del territorio, e, dall'altro, a mettere in relazione positiva gli obbiettivi di espansione della creazione di ricchezza con il ruolo attivo e determinante dei giovani per conseguirli.
Ne scaturisce un valido propellente per l'incremento di un benessere diffuso, dove a fare la differenza sono le esperienze e le competenze, che si maturano nel concreto contesto lavorativo al di là delle buone basi culturali e delle giuste, anzi doverose, implementazioni legate all'alternanza scuola - lavoro. Nel contempo, non si lascia alcun spazio al circolo vizioso del non fare e del non imparare - tipico dei cosiddetti neet (not in education, employment or training)- che induce all'accumulo di un senso di impotenza, di esclusione sociale, di frustrazione.
Dunque, il progettato intervento a vasto raggio per il trattamento industriale e turistico - commerciale del limone assume i contorni di un motore multiforme, di una chiave interpretativa, di un prisma di lettura attraverso cui si può guardare con serenità all'intera vicenda economica minorese.
Minori diventerà un'assonanza che apre uno scrigno di tessere piccole e grandi, componenti di un mosaico degno di ammirazione per le idee, i valori, gli sforzi, la tenacia, la capacità di guardare avanti che ne hanno contraddistinto la storia.
La prosperità di un paese si può misurare dalla lungimiranza dello slancio creativo e operativo di chi, come l'imprenditore in parola, ha lo sguardo aperto per alimentare il binomio dell'imparare e del fare in un sempre maggior numero di giovani, all'interno di un processo che porta non solo a migliorarne continuamente conoscenze e abilità tecniche, ma anche a rafforzarne la fiducia in se stessi e il desiderio di sapere di più per provare ad agire sempre al meglio delle proprie possibilità.
Quel che conta è non disseccare le sorgenti della speranza, intesa come presente intessuto di futuro, che muove l'oggi per dare significato al domani e gettare luce nel buio.
In questa ottica si deve tanto a Carlo De Riso, associato anche nel nome di battesimo a tanti conterranei, che hanno dato lustro ad una moderna cultura d'impresa, come il minorese Carlo Mansi, artefice del primo liquorificio artigianale a base di agrumi nel comprensorio amalfitano, un altro minorese quale Carlo De Juliis, noto costruttore di macchine per cartiere di levatura nazionale, l'amalfitano Carlo De Luca, industriale di rango della carta e della stampa, il positanese Carlo Cinque, che mise in piedi l'Hotel S. Pietro, classificato pochi anni fa come il miglior albergo d' Europa, l'amalfitana Carla Savo, infaticabile animatrice e coordinatrice, insieme ai figli , della Pasticceria Pansa, recentemente premiata e qualificata tra i primi dieci locali storici d'Italia.
L'astuzia della storia, di cui ha parlato Hegel, si nota anche in questi nominativi, che designano una "rinascita carolingia" nella Costa d'Amalfi dal dopoguerra fino ad oggi.
Carlo, unitamente ai suoi principali consociati, i germani Giovanni ed Evaristo De Riso, e a tutti i suoi collaboratori, saprà, anche sulla scorta dei suoi illustri omonimi predecessori, affrontare e vincere la sfida di consegnare ai nostri ragazzi un paese migliore.
*già preside del Liceo "Ercolano Marini" di Amalfi
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