Tu sei qui: AttualitàLa fantastica giornata del perfetto ipocondriaco (in tempo di pandemia)
Inserito da (redazionelda), giovedì 25 marzo 2021 21:35:20
di Antonio Schiavo
Correva (beato lui!) l'anno di grazia 2020 e dall'Estremo Oriente, percorrendo la via della Seta tanto cara a Di Maio, oltre ai giocattoli tossici, alle pile che si bruciano al primo contatto e ai pedalini fatti col petrolio, arrivò anche un virus subdolo destinato a sconvolgere la vita di tutti ma soprattutto di loro: gli ipocondriaci in servizio permanente effettivo.
Pensando di capirci almeno quanto gli illustri scienziati che comunque, non ci hanno capito una beneamata mazza, questi disgraziati si sono attrezzati - alla loro maniera - per fronteggiarlo e hanno dato fondo a tutte le scarse energie psichiche organizzando la propria esistenza sulla base di canoni che qui tentiamo di sintetizzare a beneficio di quanti si trovano in questa "meravigliosa" condizione dello spirito.
Il perfetto ipocondriaco, appena sveglio, se potesse si farebbe il segno della croce con il nuovo termometro a pistola anche se avrebbe preferito installare in casa un termoscanner per ogni stanza, ma l'impegno di spesa era oggettivamente rilevante.
Se l'arma di cui sopra segnala 36,8 comincia l'odissea e il pover'uomo effettua una serie di controprove con uno dei dieci termometri digitali accatastati nei cassetti del comodino per giungere inevitabilmente al vecchio, caro termometro a mercurio di povera nonna tenendolo (come da assioma del anziano medico di famiglia) sottobraccio per 10 lunghissimi minuti.
Nel frattempo l'ipocondriaco ha avuto una iper-idrosi violenta (la puzza di sudore ha inondato la casa) e, chiaramente la temperatura ora ha superato i 37 gradi.
E si riparte dal via...
Prima di fare colazione, ma ormai gli si è chiuso lo stomaco, vuoi che non faccia qualche prova col saturimetro che, essendo connazionale del virus, balla tra il 90 e il 99 in meno di un nanosecondo, sempre se riesce a beccare le pulsazioni. A quel punto la giornata è praticamente compromessa.
Chiama il medico che figurati se risponde, allora decide di fare un tentativo direttamente in ambulatorio.
Cerimonia di vestizione: la consorte gli ha riferito che le mascherine chirurgiche difendono gli altri ma non lui e allora, dopo aver chiesto un prestito alla banca, ha comprato quelle FPP2. In precedenza aveva anche preso quelle della cosiddetta "fornitura Arcuri" nelle cui crune laterali sarebbe passato agevolmente, come nel Vangelo, anche un cammello e quindi si è rivolti alla farmacia con i costi che sappiamo.
Prima di arrivare in ambulatorio deve fare le abluzioni con il gel disinfettante, cosa che si ripete almeno venti, trenta volte al giorno. La pelle delle mani, quindi, sarà sicuramente senza germe alcuno ma, a furia di passare Amuchine varie, si assottiglierà come carta velina fino a mostrare i tendini,
Rassicurato, si fa per dire, dal dottore che lo conosce (e lo commisera) da decenni vuoi che non faccia un altro passaggio in farmacia per una scorta industriale di guanti monouso?
Si mantiene chiaramente non ad uno ma a più di cinque metri dall'avventore che lo precede senza nemmeno guardarlo (uno dei sullodati scienziati potrebbe, perché no?, dire che il virus sin trasmette anche con le occhiate) e, dopo l'acquisto, torna leggermente più tranquillo a casa. Qui si illude che, indossando un paio di quei guanti potrà tentare un tenero e innocente approccio affettivo con la di lui coinquilina.
Che, nel frattempo, ha subito un terzo grado dalla ASL di riferimento perché reduce da possibili contatti con un'arzilla ultraottantenne che, in attesa di essere estratta nella lotteria dei vaccini, non aveva rinunciato al settimanale sacro rito della messa in piega pur essendo inconsapevolmente positiva.
Fortunatamente la consorte era munita della famosa mascherina Cartier FPP2 (dato il costo) e quindi ha avuto il beneplacito ad avere rapporti con il congiunto dal Procuratore della Repubblica Sanitaria che l'aveva testè interrogata.
Cosa succede dopo?
Qui si apre un'altra, tragica e non commendevole storia, di cui facciamo grazia al nostro affezionato lettore.
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