Tu sei qui: AttualitàLa Costiera Amalfitana che crolla. L'APCA alle istituzioni: «Fate presto!»
Inserito da (redazionelda), venerdì 18 dicembre 2020 13:21:18
L'APCA (Associazione Professionisti Costiera Amalfitana) interviene dopo il crollo di parte del vecchio stabile di Minori avvenuto lunedì scorso. Il sodalizio presieduto dall'ingegnere Pierluigi Califano lancia l'allarme imputando le cause dell'abbandono del territorio a "una politica miope e disomogenea" e alla burocrazia. Segue testo integrale a firma di tutti consiglieri APCA.
"FATE PRESTO: per salvare chi è ancora vivo, per aiutare chi non ha più nulla"
Questo il titolo del Mattino a tre giorni dal terremoto che il 23 novembre 1980 sconvolse l'intera Campania portando morte e distruzione e che cambiò per sempre la vita di intere popolazioni modificandone il volto in maniera permanente e spesso in maniera "anonima" affidandosi completamente a scatole di cemento armato senza alcuna identità.
Poco meno di un mese fa abbiamo ricordato i quarant'anni di questo terribile avvenimento che per pura casualità avviene a circa un mese di distanza da un altro triste anniversario qui in costiera: l'alluvione che tra il 20 ed il 22 dicembre dello scorso anno provocò in costiera il crollo di numerosi terrazzamenti e la paralisi della viabilità che portò all'isolamento i comuni costieri per mesi.
Scene di distruzioni simili a quelle viste per il terremoto dell'ottanta si videro in costiera: interi versanti sfigurati, costruzioni millenarie distrutte e perdute irrimediabilmente
Perché, vi starete chiedendo, siamo qui ad accostare anniversari che molti potrebbero vedere così diversi fra loro?
Perché a riportare questi anniversari al tempo presente è uno degli ultimi articoli del Mattino del 14 dicembre che titola "Paura in Costiera Amalfitana: crolla una vecchia cartiera a Minori".
Ed allora, conoscendo entrambi questi anniversari e dandogli valore io avrei intitolato l'articolo del Mattino in questo modo: FATE PRESTO: la costiera amalfitana crolla ancora! Vittima di una politica miope e disomogenea.
Perché purtroppo la causa di questo terremoto che da decenni sta interessando la costiera e la sta distruggendo non e' una causa naturale ma ha un nome unico: BUROCRAZIA.
Tra i principali imputati vi è :
• L'ormai obsoleto Piano Urbanistico Territoriale nato nel 1987 (ma concepito quasi 10 anni prima!) e che da allora ancora vige in costiera inalterato nato dall'idea antiquata che la tutela del paesaggio si ottiene vietando qualunque tipo di intervento antropico!
• L'Autorità di Bacino, nell'illuminata esigenza di salvaguardare la vita umana, di fatto vieta ogni forma di recupero in aree ad elevato rischio, eppur esiste già una norma "ad hoc" per l'industria balneare. Ben venga il Progetto Pilota a Minori in Costiera Amalfitana per mitigare il rischio idrogeologico, ma deve essere l'occasione per evolvere in una normativa non di divieti ma volta alla convivenza con il rischio idrogeologico.
• La Soprintendenza di Salerno, chiusa negli ultimi anni in una sempre più accesa caccia alle streghe nella sempre più ferrea negazione di qualunque tipo di intervento edilizio bloccando di fatto la tutela del paesaggio ed agevolando (esasperando) esclusivamente la politica dell'abuso.
Vi è stata e vi è una ultradecennale non curanza da parte della classe politica, delle nostre origini e della nostra storia, che va dall'agricoltura all'industria, con la non concreta valorizzazione dei terrazzamenti e degli edifici protoindustrali che risalgono al medievo.
Ecco dunque elencate le concause che generano l'abbandono e il naturale crollo delle antiche cartiere tipo quella di alcuni giorni fa a Minori: un gioiello di architettura industriale andato in parte perduto per sempre!
La vocazione originaria delle "Cartiere", tranne qualche caso sporadico e di nicchia, ormai non più economicamente sostenibile. L'attuale piano normativo di fatto rende impossibile, tra l'altro, qualunque tipo di cambio di destinazione d'uso degli immobili vincolandoli per sempre alla loro destinazione originaria. Ed allora gli edifici protoindustriali, in quest'epoca obsoleti ed antieconomici, ma con architetture eleganti e armoniose, fissati nel paesaggio come punto di riferimento dei viaggiatori del GRAN TOUR, sono inesorabilmente destinati a crollare condannati da un sistema che finge di tutelarli!
Perché non si può recuperare, come si fa in tutto il mondo, trasformando un gioiello del passato in un contenitore per le esigenze presenti? La tutela è nell'abbandono o nel recupero dei beni architettonici? Non si potrebbero mettere a "sistema" gli insediamenti in disuso in un progetto di insieme e farlo "vivere" rendendolo economicamente sostenibile?
Queste le domande che come associazione poniamo ad ogni livello istituzionale da anni rimanendo inascoltati.
Ed allora ancora una volta gridiamo "FATE PRESTO".
Lo gridiamo ai politici locali, che persi nei loro campanilismi non sono capaci di unirsi per chiedere una norma speciale sul governo del territorio e far si che la Costiera Amalfitana sia ancor più un'isola felice.
Il treno è in corsa, l'occasione potrebbe essere risolvere le criticità emerse con il primo studio del piano di gestione del Sito UNESCO, ed elevare L'Ente gestore, di respiro Europeo, unico referente per l'area, eliminando così mille vincoli e rendo attuative le proposte emerse.
La nostra Storia ce lo impone. La Costiera Amalfitana quale centro culturale del Mediterraneo, esige rispetto ed evoluzione di ampio respiro. Si cerchi con le prossime risorse Europee di Ottenere il meglio per risolvere ataviche problematiche.
Si facciano concorsi internazionali di idee e progettazione e non Bandi riduttivi calati dall'alto senza una logica unitaria, da chi di fatto non vive e non conosce appieno il territorio.
Lo gridiamo alle associazioni di tutela del paesaggio come Italia Nostra, il FAI ed altre che non vogliamo ritenere complici di questa politica della "tutela da cartolina" ma che vogliamo coinvolgere in prima linea nella tutela della costiera così come definita dall'Unesco " è frutto di un paesaggio che nasce dal perfetto equilibrio tra paesaggio antropizzato e paesaggio naturale".
Ed allora FATE PRESTO, tutti nessuno escluso.
Perché non vorremo fra dieci anni ricordare quest'anniversario piangendo il crollo di un intero sistema costiero e non solo di una cartiera...
I consiglieri dell'A.P.C.A.
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