Tu sei qui: AttualitàL'immigrazione che ha fatto grande l'America. Happy 4th of july
Inserito da (redazionelda), mercoledì 4 luglio 2018 11:19:15
Il 4 luglio è il giorno dell'Independence Day. Molto di una festa nazionale: è infatti una vera e propria celebrazione dell'essere americani, la volontà e, soprattutto, la consapevolezza di essere nazione che prosegue i nobili principi e i valori di quei padri fondatori.
E in questo tempo in cui a tenere banco è il fenomeno dell'emigrazione. Va ricordato che a fare grande l'America, a renderla la nazione più potente al mondo, sono state le diverse culture confluite nel nord del nuovo continente a partire da quel leggendario 12 ottobre del 1492.
Sono centinaia i nomi e i cognomi di artisti, politici, scienziati, inventori, letterati, sportivi, giuristi - e anche di criminali - che hanno contribuito a fare la storia degli Stati Uniti. Sì, perché gli Stati Uniti d'America, pur essendo il terzo paese al mondo per popolazione con 316 milioni di abitanti, di fatto sono la risultante di quel melting pot che ha visto, nel corso dei secoli, giungere nelle terre del Nuovo Mondo milioni di persone dagli altri continenti. Gli abitanti originari di quelle terre, gli amerindi, oggi sono soltanto l'1% della popolazione totale.
Circa 12 milioni di persone, nel corso della breve storia nazionale degli Stati Uniti, misero il primo piede sul suolo americano a Ellis Island, all'ombra della Statua della libertà, l'isolotto artificiale alla foce dell'Hudson che è stata la porta dei migranti, uomini, donne e bambini a caccia del sogno americano. Quasi la metà degli americani di oggi può rintracciare nella propria storia familiare almeno una persona passata per Ellis Island.
Sarà per questo motivo che quello americano è un popolo particolarmente nazionalista, l'immigrazione ha accomunato persone, usi, costumi e tradizioni in un calderone che, man mano, ha cercato identificazione in qualcosa di ben più grande ed ampio che non fosse soltanto il ricordo della Madre Patria. E mai come in un frangente estremamente delicato come quello attuale, tanto in Europa quanto negli States riguardo la questione migranti, l'idea di una nazione nata dall'unione di tanti popoli, che festeggia il sentirsi parte di un paese unito sotto una bandiera composta di valori e principi nei quali si riconoscono, non può essere che essere elemento aggregante e positivo.
Non tutti sanno che c'è anche un po' d'Italia in quel lontano 4 luglio 1776 che condusse le tredici colonie americane a dichiarare la propria indipendenza dall'Impero Britannico. Philipp Mazzei, nato Filippo a Poggio a Caiano, comune di 10mila anime in provincia di Prato il 25 dicembre 1730, è l'uomo che ha portato un poco d'Italia nella Rivoluzione Americana. Figlio cadetto di una nobile famiglia toscana, illuminista, approdò sull'altra sponda dell'Oceano per partecipare alla Guerra d'Indipendenza. Fu amico di Thomas Jefferson e di altri padri della Patria come George Washington, John Adams e James Madison.
Ma Mazzei non è stato l'unico italo-americano ad essere ascritto nella storia americana. Sono tante le personalità che, partite dal belpaese ed approdate sulle coste del Nuovo Mondo, vi hanno lasciato tracce indelebili. A cominciare dallo scopritore, Cristoforo Colombo il 12 ottobre del 1492, e dall'esploratore che diede il suo nome a queste terre, Amerigo Vespucci, sino ad arrivare ai giorni nostri, gli italiani che hanno legato in maniera indissolubile il loro nome e il fascino sempiterno dell'italian style alla storia americana, sono numerosissimi e spaziano in ogni campo delle arti, scienze, politica e spettacolo.
Noi, che l'America ce l'abbiamo nel cuore ma che siamo sempre convinti che l'America è qui da noi, abbiamo stilato una lista essenziale degli italoamericani che con le loro gesta hanno lasciato un'importante traccia negli ultimi 289 anni.
Il politico più famoso è sicuramente Fiorello La Guardia, sindaco di New York dal 1933 e per tre mandati consecutivi, durante il periodo della grande depressione. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e poco prima della sua morte, gli venne intitolato l'aeroporto della città. Di origine italiane, di Montecatini, è un altro sindaco: Rudolph Giuliani, primo cittadino di New York dal 1994 al 2001, l'uomo della "Tolleranza Zero" contro il crimine e che si trovò a dover gestire, profondendo il massimo impegno, la tragedia del crollo delle Twin Towers l'11 settembre 2001. Mario Cuomo è stato, invece, il primo governatore italoamericano dello stato di New York, per ben 11 anni, dal 1983 al 1994. Padre di Nocera Inferiore, madre di Tramonti, nell'epoca post terremoto del 1980 Cuomo donò alla città di Nocera fondi per la costruzione della scuola americana, oggi istituto professionale. Il figlio Andrew Cuomo ha proseguito nel solco tracciato ed è l'attuale governatore dello stato di New York, al suo secondo mandato. Dalla Grande Mela è arrivata anche Nancy Pelosi, prima donna Speaker della Camera dei Rappresentanti, leader del partito di Barack Obama a Capitol Hill. Ha origini pugliesi Curtis Michael Scaparrotti, il generale a quattro stelle dell'esercito statunitense che dal 2016 è il nuovo Comandante supremo delle forze alleate Nato in Europa. Precisamente della provincia di Foggia visto che la sua famiglia partì da Orsara di Puglia.
Il più importante degli inventori italici approdati nel nuovo mondo è senza dubbio Antonio Meucci a cui il Congresso americano ha riconosciuto l'invenzione del telefono. Tra gli scienziati, Robert Gallo, che nel 1983 scoprì il virus dell'Hiv, responsabile della Sindrome da immunodeficienza acquisita, o Aids. Il nonno paterno, Domenico Gallo di Rivello, in provincia di Cuneo, era un proprietario terriero che ebbe forti dissapori con la famiglia a causa del matrimonio con una donna non nobile. Domenico, quindi, decise di iniziare una nuova vita ed emigrò in America.
Come non ricordare, poi, Joe Petrosino, il primo poliziotto che sfidò Cosa nostra. Emigrato da Padula, crebbe nel quartiere di Little Italy. Divenne, nel corso della sua carriera, autore di imprese che rimarranno leggendarie per il loro merito, guadagnandosi addirittura la stima del presidente Roosevelt, di cui Petrosino fu amico personale.
Di contro, l'America ha visto nascere crescere la fortuna del re del crimine: Alphonse Gabriel Capone, meglio conosciuto come Al Capone o anche "Scarface" (lo sfregiato). Il gangster americano più famoso del mondo, oltre che il più potente, era di origine italiana e precisamente di Angri. Sia Petrosino che Capone erano salernitani.
Non ebbero invece la stessa gloria Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, i due emigranti italiani che furono ingiustamente condannati e uccisi nel 1927 sulla sedia elettrica negli Usa.
Tra gli uomini d'affari italoamericani più conosciuti meritano una menzione i Jacuzzi, inventori della famosissima vasca da idromassaggio. I sette fratelli sbarcati in California, da Pordenone nel 1900, e diedero vita a un'industria che, nel corso dei decenni, si è sviluppata ed è diventata una multinazionale. Nel 1968, Candido Jacuzzi portò sul mercato il primo modello di quella vasca che sarebbe stata apprezzata in tutto il mondo.
Addentrandoci nel mondo dello spettacolo, la lista è lunghissima. Dal cinema al teatro, alla musica, sono moltissimi gli artisti di origine italiana. Da Frank Capra, il regista dei più popolari film degli anni' 30 e '40, a Quentin Tarantino, il regista che ha "reinventato" il modo di fare film a Hollywood; da Martin Scorzese a Francis Ford Coppola, da Brian De Palma a Michael Cimino sono numerosi gli italiamericani che hanno girato pellicole passate alla storia del cinema americano. Altrettanto lunga è la lista degli attori, a partire da Rodolfo Valentino, primo sex symbol, che contribuì alla nascita dell'industria degli studios. Tra i più grandi attori di sempre, Al Pacino (Alfredo James Pacino, papà di Messina e mamma di Corleone) e Robert De Niro (bisnonni di Campobasso); Nicolas Cage (in realtà, Coppola, il cognome del padre); John Travolta, la star di Grease e de La febbre del sabato sera, è di famiglia italoamericana da parte di nonno, originario di Godrano, in provincia di Palermo. Questo solo per citare solo alcuni nomi.
E le donne? Come non menzionare Luis Veronica Ciccone, in arte Madonna? Il padre di Madonna, Silvio Ciccone detto Tony, era originario di Pacentro, in Abruzzo. Teresa Augello invece ha origini siciliane ed è la mamma di Alicia Keys. Note anche le origini italiane di Lady Gaga: il padre Joseph è originario di Naso, in provincia di Messina. Di famiglia italiana è anche Jane Fonda, il cui bisnonno paterno era emigrato da Genova e si era stabilito in una cittadina del Nord America attualmente chiamata proprio Fonda. Altra grande attrice premio Oscar di origine italiane è Susan Sarandon, il cui nonno Vincenzo Criscione era di Ragusa, mentre sua nonna, Anita Rigali, di Coreglia in provincia di Lucca.
Facciamo un breve salto nel mondo della musica per ricordare che Giovanni Bongiovanni di Sciacca, in provincia di Agrigento, era il nonno della rockstar del New Jersey, Jon Bon Jovi. In una puntata del famoso talk "David Letterman Show" il front man dei Bon Jovi ha palesato il suo desiderio di conoscere i parenti siculi. Da una star del rock a un'altra il passo è breve: l'ex chitarrista dei Red Hot Chili Peppers, John Frusciante, vanta tra i suoi avi un nonno di Apice, piccolo un comune in provincia di Benevento.
Terminiamo questa lunga, ma potrebbe esserlo ancora di più, carrellata di personaggi che hanno portato il nome dell'Italia negli Stati Uniti d'America con Bruce Springsteen. La sua "Born in the U.S.A" un inno all'orgoglio americano. La madre di "The boss", Adele Zirilli, è originaria di Vico Equense, in provincia di Napoli di cui Springsteen è da qualche anno cittadino onorario.
Quindi oggi anche noi festeggiamo l'Independance day, con una bandiera a stelle e strisce che ha anche un po' di tricolore.
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