Tu sei qui: AttualitàGli abiti di Capucci alla Fondazione De Filippo di Napoli
Inserito da (ranews), giovedì 3 maggio 2018 21:33:58
di Paolo Spirito
Vi abitarono Eduardo, Peppino e Titina, lì fecero le ultime prove di "Napoli milionaria" (1945), a poche ore dal debutto del capolavoro di Eduardo De Filippo che avrebbe conquistato il mondo. Con un omaggio a Roberto Capucci, la Fondazione Eduardo De Filippo inaugura oggi a Napoli, nello storico Palazzo Scarpetta in via Vittoria Colonna, la sua nuova sede operativa. Una mostra infatti raccoglie disegni per il teatro dello stilista italiano. "Roberto Capucci. Spettacolo onirico" è curata da Caterina Napoleone.
Per un'inaugurazione tanto significativa Carolina Rosi, presidente della Fondazione, ha voluto i disegni del maestro Roberto Capucci, gli unici realizzati dal grande couturier per il teatro, tutti da uomo, ma per un uomo folle, in piena ebbrezza. L'evento offre l'occasione unica di accogliere, per la prima volta in città, il maestro rendendo visibile il suo "insieme di follie", come egli stesso le definisce che svelano un aspetto inedito rispetto al suo primato di couturier d'alta moda. Accanto alla sua lunga e nota attività dedicata all'universo femminile, Capucci ha composto, sin dagli anni Novanta, una suite di disegni con un repertorio di costumi maschili per il teatro. Il titolo della mostra, "Spettacolo onirico", è appunto suggerito dallo stesso carattere visionario che connota i suoi costumi maschili.
Racconta Capucci: "Per la prima volta espongo a Napoli ed espongo questi disegni che sono un'apparizione. Ne ho trecentosessanta e mi danno un'infinita serenità. Ho dedicato tutto questo al teatro e Carolina Rosi. Vestivo sua madre (Giancarla Mandelli Rosi, N.d.R.) e voglio molto bene a questa donna cresciuta tra persone meravigliose che oggi non ci sono più".
Carolina Rosi, vedova di Luca De Filippo, porta avanti con infinito amore e altrettanta determinazione la grande eredità del teatro eduardiano. "Ho sulle spalle fardelli di un'eredità intellettuale che devo difendere. La mostra mi ha permesso di condurre Roberto Capucci ad esporre a Napoli, cosa mai successa prima. Mi piace questo connubio tra colori, fantasia, gioco, quale migliore occasione per promuovere una Fondazione che quella di dare spazio a un artista di fama internazionale che ha rinnovato il mondo della moda senza che il successo abbia contaminato la sua umiltà e la sua maestria". Una galleria di oltre cinquanta figure multiformi che appaiono trasfigurare l'ineffabile avvenenza delle divinità del mito. Una sala della mostra allestita a Napoli è inoltre dedicata al confronto fra immagine e studio preparatorio, dove un insieme di prototipi in carta a grandezza naturale restituiscono la suggestione degli originali disegnati a matita illustrando il metodo di lavoro, dal progetto all'esecuzione, di un costume per spettacolo di Roberto Capucci.
Il titolo della mostra è suggerito dal carattere misterioso e ambiguo che connota i costumi maschili presentati. Una galleria di figure multiformi e dalle molte metamorfosi che appaiono trasfigurare il mito di Dioniso - divinità non solo del vino ma anche del teatro e della rappresentazione scenica accompagnata dalla musica - e il carattere ineffabile e disinibito del suo camaleontico corteo. Il tratto figurativo di Roberto Capucci offre qui il destro anche per riconoscere alcune sue peculiarità stilistiche: la sapienza grafica e la sensibilità negli accostamenti cromatici, l'esattezza geometrica ai limiti dell'utopia pur obbediente alle regole matematiche de la Divina proportione nell'ideare costumi che ricordano la spettacolarità di una festa rinascimentale.
Scriveva a questo proposito Kirsten Aschengreen Piacenti nel catalogo della mostra ospitata a Palazzo Strozzi nel 1990, Roberto Capucci. L'arte della moda: volume, colore, metodo: "Roberto Capucci è la conferma del detto di William Morris: C'è un artista in ogni artigiano e un artigiano in ogni artista". Un "work in progress" da cui scaturiscono oggetti complementari alle opere esposte realizzati sotto la direzione di Gabriele Mayer dai suoi ex allievi dell'Accademia di Belle Arti di Napoli. Il catalogo edito da Arte'm ha testi di Carolina Rosi, presidente della Fondazione, Caterina Napoleone, Eike D. Schmidt, Giovanni Gavazzeni, Gabriele Mayer, ed è arricchito da una nota biografica e dell'elenco delle principali mostre tenute da Capucci nel corso della sua lunga attività professionale.
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