Tu sei qui: AttualitàEducare alla legalità per cambiare il futuro, Agerola riflette sulla "Corruzione 2.0"
Inserito da (Admin), sabato 14 dicembre 2024 16:44:45
Per individuare i sodalizi criminali e arginare la corruzione basta seguire il danaro. Lo diceva Giovanni Falcone, prima ancora che tecnologia da un lato e norme dall'altro consentissero più fluidità alle attività investigative. Ma non basta. Perché occorre far leva sull'educazione alla legalità, che dovrebbe iniziare già nelle scuole, per formare cittadini consapevoli e responsabili.
Di questo e di altro si è discusso ieri sera ad Agerola, presso la Sala Conference del Campus Principe di Napoli, dove rappresentanti delle forze dell'ordine, giuristi e rappresentanti delle associazioni che operano attivamente contro la criminalità organizzata promuovendo valori di giustizia sociale e diritti civili, hanno affrontato il tema della «Corruzione 2.0».
Dopo i saluti del sindaco Tommaso Naclerio, la discussione è entrata nel vivo toccando tematiche legate al sistema giuridico attuale ma anche a quei rapporti criminali talvolta individuati tra criminalità e pubblica amministrazione senza tralasciare comportamenti quotidiani, nei piccoli favori accettati senza riflettere, nella mentalità che spesso privilegia la scorciatoia al rispetto delle regole. Moderata dal giornalista de Il Mattino, Mario Amodio, la tavola rotonda ha visto la partecipazione dell'avvocato Vincenzo Zurlo (vice brigadiere dei carabinieri in congedo) autore dei libri "Oltre la trattativa - Le verità nascoste sulla morte di Falcone e Borsellino", e "Mamma camorra", contenente le storie di oltre 30 donne di camorra; don Ciro Cozzolino, sacerdote noto per il suo impegno sociale e spirituale, soprattutto nella promozione della legalità a Torre Annunziata; Annamaria Torre figlia di Marcello Torre, ex sindaco di Pagani ucciso dalla camorra nel 1980; del colonnello dei Carabinieri Claudio Mazzarese Fardella Mungivera, Vice Comandante Legione Carabinieri Campania e autore del libro "Il virus della corruzione", un'opera che esplora il fenomeno della corruzione e la genesi della mafia, contribuendo a sensibilizzare sull'importanza di un'azione etica e trasparente nelle istituzioni pubbliche.
Ne è scaturito un dibattito a più voci nel corso del quale sono affrontati una serie di aspetti legati ai sistemi corruttivi posti in essere non solo a livello criminale. «La corruzione - ha detto il colonnello Mungivera - sottrae risorse destinate al bene comune, scoraggia investimenti e alimenta disuguaglianze. Ma forse il suo effetto più devastante è quello di generare rassegnazione: i cittadini smettono di credere nella possibilità di un cambiamento e si allontanano dalla vita pubblica. La parte più stimolante del libro è, però, quella propositiva».
Per Mungivera, il virus della corruzione può essere sconfitto, ma richiede una cura complessa e, soprattutto, collettiva. Tra le soluzioni suggerite, spicca l'importanza dell'educazione alla legalità, che dovrebbe iniziare già nelle scuole, per formare cittadini consapevoli e responsabili. Per questo la presenza di don Ciro Cozzolino e di Anna Maria Torre si è rivelata utile ad estendere il dibattito oltre quelle che l'autore definisce le "grandi stanze del potere" e più precisamente nelle attività condotte per il ripristino della legalità in quei territori in cui è ancora troppo determinante il potere della criminalità.
Tra gli argomenti trattati anche la necessità di rafforzare i meccanismi di controllo, rendendo più efficiente il sistema giudiziario e promuovendo una cultura della trasparenza nelle amministrazioni pubbliche. «La lotta alla corruzione - ha poi concluso il colonnello Mungivera - non è solo una questione di leggi o sanzioni, ma di valori: è necessario ricostruire un'etica condivisa che metta al centro l'interesse collettivo».
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