Tu sei qui: Attualità Costiera amalfitana: associazioni contro industria del fuoco
Inserito da (redazionelda), mercoledì 4 ottobre 2017 09:58:42
Uniti per non cedere all'oblio, dopo un'estate terribile di attacchi incendiari ai danni delle aree verdi della Costiera amalfitana, della Penisola sorrentina, di tutta la catena dei Monti Lattari, Faito, Vesuvio. Intere aree verdi che ora sono in cenere. Ci si indigna sul momento, poi si dimentica tutto. Ma le associazioni del territorio non ci stanno a questa "logica" e fanno quadrato provando a intensificare l'azione contro l'attacco incendiario che ha distrutto ettari di terreni e fatto morire animali e piante. Un intero habitat.
Ad Amalfi, presso la Biblioteca comunale, si è svolto lunedì 2 ottobre scorso, il secondo appuntamento. Presenti all'appello Italia Nostra Salerno, Centro di Cultura e Storia Amalfitana, Club per l'Unesco di Amalfi, Associazione Acarbio, Lipu, Fai, Cai Cava de'Tirreni, La Feluca, Wwf Terre del Tirreno, Club per l'Unesco di Ravello, contadini-custodi come Luigi e Salvatore Aceto, "Rete dei volontari dei cittadini volonterosi" di Cava de'Tirreni.
All'ordine del giorno il documento dove si chiederanno azioni concrete per porre un freno all'"industria del fuoco" che interessa tutta Italia.
"C'è un gigantesco movimento di soldi collegato al fenomeno degli incendi- ricorda Gioacchino Di Martino, vice presidente del Centro di Cultura e Storia amalfitana - un affare su cui molti esperti, anche istituzionali, hanno avanzato forti sospetti. Parliamo della gestione della flotta di stato, una delle più forti del mondo, Canadair, elicotteri pesanti Erickson, elicotteri leggeri affidata e pagati ad una multinazionale, dell'utilizzazione degli elicotteri regionali (circa 90) gestiti da società private e remunerati in relazione all'impiego, delle squadre di intervento a terra sempre retribuite in relazione all'attività svolta, di tutti gli interventi di bonifica, di messa in sicurezza, di restauro del territorio, resi necessari dalla devastazione del fuoco. Vogliamo dire che tutti questi soldi non si muoverebbero, perlomeno non in tale quantità, se non ci fossero gli incendi?". Ed è questo il punto centrale: fare in modo che gli incendi non ci siano più. Ma come? Cercando di interrompere il perverso sistema collegato allo spegnimento (più incendi, più soldi a chi spegne) e favorendo invece la salvaguardia della protezione del territorio (incentivando volontari nel controllare le aree boschive). E poi l'importanza di fare rete tra le associazioni, come esorta in più occasioni Raffaella Di Leo, presidente Italia Nostra Salerno.
Un esempio di cittadinanza attiva è stata offerta dalla testimonianza di Rosanna De Rosa "Rete dei volontari dei cittadini volenterosi" di Cava de' Tirreni: "Abbiamo costituito una rete di cittadini esperti, dotati di nuove tecnologie a supporto della Protezione Civile e delle altre forze attive. E' stato entusiasmante, per certi aspetti, capire come gli incendi si spengono da terra e non dall'aria, e che solo i cittadini del posto possono dare davvero un aiuto concreto, h24 con chiamate in tempo reale. La nostra è stata un'esperienza importante che ci ha fatto crescere. Perché il futuro di questo territorio ci interessa e vogliamo essere protagonisti attivi".
Non sono mancati poi gli spunti di approfondimento sullo stato del prima e dopo incendi anche in un'area come la Penisola sorrentina, il Monte Faito, il Vesuvio. A fornirli è stato Gaspare Adinolfi del WWF Terre del Tirreno e guida escursionista che conosce ogni singolo sentiero e biodiversità: "Purtroppo con gli incendi non si sono distrutti solo gli alberi e la vegetazione - ha spiegato Adinolfi - ma è andato in tilt tutto un sistema. L'escursionismo dovrebbe essere una rete di conoscenza, ma purtroppo nonostante ci sia stato un incremento di questo settore, non c'è stato una conseguente crescita di sensibilizzazione verso la montagna". Il prossimo incontro sarà ora quello della presentazione del documento ufficiale siglato da tutti e che non passerà inosservato.
Fonte: Ecostiera
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