Tu sei qui: AttualitàConversazioni sotto l'ombrellone con don Vincenzo Taiani - Estate 2018
Inserito da (admin), giovedì 9 agosto 2018 09:25:05
di Alberto Quintiliani* - Puntuale, come l'arrivo delle rondini, del festival di Ravello e del caldo africano, anche quest'anno arriva la consueta "chiacchierata" sotto l'ombrellone con Don Vincenzo Taiani. Mentre preparavamo una sorta di scaletta degli argomenti da trattare - appunto sotto il "fresco" dell'ombrellone - ho subito notato che il tempo per "Vostra Beatitudine" (come da sua auto definizione preferita) si è praticamente fermato: infatti gli anni che passano gli "scivolano" addosso, senza lasciare traccia, per cui il mio consueto ed affettuoso saluto è stato anche quest'anno di questo tenore: "carissima Vostra Beatitudine, complimenti, vi trovo sempre in ottima forma, praticamente 'nu guaglione!
Dopo la sua (assolutamente modesta) condivisione alla mia definizione Don Vincenzo è andato direttamente all'innovativo tema da trattare quest'anno, con questa sua proposta: "considerando che le importanti tematiche sociali, politiche ed economiche, che solitamente trattiamo, non si sono discostate di molto - come contenuti - da quelle dell'anno scorso, se sei d'accordo, quest'anno proporrei di trattare alcuni selezionati ed importanti passi dei "Vangeli" che, ancorché risalenti a duemila anni fa, hanno ancora attuali collegamenti con l'odierna realtà. Per "par condicio" analizzeremo - commentandoli poi insieme - i passi da trattare, scegliendoli autonomamente - tu ed io - con un libero confronto di opinioni: laico (tu)-religioso (io)".
Ritenendo la proposta sicuramente condivisibile ed interessante da esplorare, come da invito, comincio io:
D) Premetto che - con tutto il rispetto - vorrei "amichevolmente" cercare di mettervi in difficoltà su un passo del vangelo di Luca, che, a mio avviso, presenta indubbie criticità, con - sempre a mio avviso - oggettive"forzature" da parte della Chiesa, nelle relative spiegazioni "tecniche". Intendo riferirmi alla parabola che ha per oggetto il "fattore infedele", personaggio che - per motivi, che oggi definiremmo di "mala gestio" - era candidato al licenziamento. Questo "fattore", per ingraziarsi i debitori del suo padrone e cercare di ottenere da questi, vantaggi futuri, che avrebbero reso meno problematica la corrente "gestione" della sua vita, chiamandoli singolarmente, concesse ad ognuno, congrui sconti sul saldo del loro debito. Il punto controverso da sottolineare e spiegare è che il suo padrone, venuto a conoscenza della circostanza, anziché condannare il suo comportamento truffaldino, addirittura lodò la sua scaltra iniziativa. Qual è la vostra "chiave di lettura" concreta, e possibilmente non filosofica, su questa parabola?
R) Vedi, ritengo che non a caso hai scelto uno dei più complessi brani dei Vangeli, che , se non adeguatamente argomentati, e con un'analisi limitata al puro significato letterale della parabola, possono facilmente trarre in inganno. Andiamo brevemente con ordine: occorre innanzi tutto riportarci al periodo storico di cui stiamo parlando. A quel tempo il "fattore" gestiva i beni del suo padrone e percepiva il suo compenso con una parte del ricavato da ciascuna transazione commerciale effettuata. Il "fattore" - che, ricordiamoci, stava per essere licenziato, appunto per mala gestio - per ottenere riconoscenza e vantaggi futuri da parte dei debitori del suo padrone, con lo sconto praticato, rinunciava a quella parte immediata della sua spettanza futura sulle transazioni. Quindi praticamente non rubava nulla: aveva con intelligenza ed acume gestito la difficile situazione immediata per procurarsi vantaggi futuri: da qui la valutazione positiva del padrone sul suo comportamento "operativo". Qual è la morale di questa importante parabola? fermo restando che il "fattore" è stato praticamente un disonesto per aver autonomamente agito senza alcuna autorizzazione, il messaggio sottostante è più complesso, e si può sintetizzare nel seguente concetto: gli uomini normali (indicati nella parabola come figli della luce, categoria che oggi il nostro ordinamento giuridico identifica come l'uomo medio, cioè il "buon padre di famiglia" ) non devono essere "appannati", senza iniziative, inerti , rassegnati, sottomessi e dediti soltanto alla gestione routinaria della loro vita, con il mantenimento, e - possibilmente - l'accrescimento dei beni terreni "temporaneamente" posseduti, ma di essere scaltri ed attenti a cogliere rapidamente le occasioni che la parola di Dio presenta sulla loro strada, rivolgendo l'attenzione ad un futuro che può essere non immediato ma che, ovviamente, sarà di dimensione ultraterrena.
D) Eccellente e chiara risposta - come sempre - Vostra Beatitudine. In effetti, anche se parliamo di periodi storici completamente diversi, "mutatis mutandis" si possono individuare elementi comuni con la realtà odierna, anche se su basi completamente diverse: infatti anche la nostra società attuale è sovrabbondante di "fattori" disonesti: sono anch'essi scaltri, determinati e furbi come faine, tuttavia gli obiettivi da loro perseguiti sono generalmente finalizzati all'ottenimento di vantaggi immediati, assolutamente esclusivi e non collettivi, dove di futuro lontano o ultraterreno non esiste la minima traccia, secondo una logica di puro ed effimero "carpe diem". E' per questo motivo che, a mio avviso, deve essere ancora più penetrante l'opera magistrale della Chiesa, che deve indirizzare le coscienze umane verso una maggiore solidarietà, considerando che tutti sono di passaggio su questa terra e che nessuno, proprio nessuno, si porta dietro nulla. Tuttavia nella nostra società tutti devono fare la loro parte, in maniera attiva, per cui nessuno - impedimenti oggettivi a parte - può pretendere di ricevere tutto dagli altri - come una manna dal cielo - senza dare in contropartita assolutamente nulla.
Ma adesso, cara Vostra Beatitudine, mi sto accorgendo che stiamo entrando a "capofitto" a dibattere temi importanti e difficili, che necessitano di adeguati tempi di analisi per "individuare" accettabili spiegazioni tecniche, tempi di cui purtroppo non disponiamo. Pertanto - anche se oltremodo difficile - dobbiamo cercare di essere più brevi nel dibattito, altrimenti saremo costretti a fare stringati e non esaustivi commenti superficiali: e non è certamente questo il nostro obiettivo!
R) Condivido la tua preoccupazione per cui cerco di sintetizzare la mia valutazione critica relativa ad un passo del vangelo di queste settimane - che ho scelto per dibattere - e che riguarda la nota parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci: su questo argomento, con opportuno trasferimento temporale, trovo analogie importanti con la realtà odierna. In questo passo del Vangelo, Gesù si trova nella necessità di provvedere al sostentamento di una grande massa di fedeli accorsi ad ascoltarlo. Gesù, rivolgendosi a quello che io definisco l'economo, chiese dove era possibile "comprare" il pane per dar da mangiare ai pellegrini al seguito. L'economo Filippo rispose al Maestro che la cassa conteneva l'esigua somma di 200 denari, per cui era praticamente impossibile provvedere al sostentamento di tutti. Gesù fece allora sedere tutti sull'erba e fattosi portare cinque pani d'orzo e due pesci, che aveva un ragazzo, li distribuì alla folla che mangiò a sazietà, senza che la provvista si esaurisse. E quando tutti si furono saziati Gesù disse ai discepoli: "raccogliete i pezzi avanzati perché nulla vada perduto". Vedi in questa parabola di duemila anni fa trovo un forte aggancio con la realtà odierna, laddove Gesù impone: "raccogliete i pezzi avanzati..."
Quest'ultimo particolare lancia un importante messaggio profetico alla odierna "civiltà dei consumi", in cui, mentre una parte importante del pianeta muore letteralmente di fame, un'altra getta via, inutilizzate, grandi quantità di cibo superfluo. Ecco, da questa parabola, vedo un richiamo ad una necessaria ed equa redistribuzione delle risorse nelle varie aree del pianeta. E' di tutta evidenza che se questo fenomeno anomalo, ingiusto e distorsivo non viene in qualche modo corretto e gestito "umanamente", assisteremo sempre più a massicce correnti migratorie provenienti dai paesi più poveri verso quelli più ricchi: una sorta di "motus in fine velocior"che nessun filo spinato, nessun blocco militare, nessuna presunta inviolabile frontiera riuscirà a fermare: la fame rappresenta infatti un potente detonatore, sempre pronto ad esplodere.
D) Siamo perfettamente sulla stessa linea Vostra Beatitudine, con un'aggiunta, secondo me importante: perché Gesù anziché moltiplicare i pani ed i pesci non ha moltiplicato i miseri 200 denari che erano nella cassa dell'economo Filippo? Perché, a mio avviso, il denaro dell'economo doveva essere correttamente utilizzato per le normali e modeste necessità quotidiane, mentre in quel momento era assolutamente necessaria un' abbondante quantità di pani e di pesci per il sostentamento dei pellegrini. Contrariamente ad allora (era un mezzo) oggi (è un fine) il denaro serve invece sempre più per "acquisire" altro improduttivo denaro, che viene "parcheggiato" nelle "casseforti virtuali" della "speculazione internazionale", pronto ad "azzannare" paesi o aziende in difficoltà, condizionando pesantemente, e a volte drammaticamente, i loro destini futuri.
Conclusione amara, caro Don Vincenzo: come ci siamo detti più volte il mondo sta purtroppo sempre più assumendo la connotazione di una giungla selvaggia, priva di regole, in cui impera la legge del più forte: cioè il dio denaro.
R) Anche qui condivido la tua amara diagnosi, tuttavia, come sai, io sono fiducioso in un ravvedimento della popolazione del pianeta, che ritrovi i principi fondamentali dei valori propri dell'essere umano e trovi rifugio nel sentimento più volte enunciato da Papa Francesco: la speranza verso il Creatore del cielo e della terra. Del resto per apprezzare meglio questo sentimento verso la potenza dell'Altissimo - ultimo rifugio dell'uomo - basta dare soltanto una fugace occhiata al cielo sopra di noi - piccolissima parte dell'infinito - per capire - come ce lo ha dimostrato benissimo la recente eclissi di luna, che ha coinvolto anche il pianeta Marte - che nella perfezione dell'universo creato e "regolato" da Dio Padre Onnipotente i governanti, i potenti, la gloria, il denaro, ed i valori materiali idolatrati sulla terra, non contano assolutamente nulla.
A conclusione della nostra conversazione mi sono tuttavia reso conto anch'io che - nonostante i nostri sforzi - non è possibile condensare in comprensibili "pillole" importanti passi dei Vangeli, che rappresentano la storia della Chiesa: non disponiamo del tempo e dello spazio necessario per proseguire - anche per non annoiare - per cui riterrei di fermarci qui, ripromettendoci di seguire il solco tracciato con questa fraterna chiacchierata, con prossimi commenti su altrettanti interessanti temi di cui i Vangeli sono pieni.
D) Ovviamente, essendo Voi - per opportuna competenza - il "direttore d'orchestra" mi adeguo e condivido, dandoci appuntamento per una prossima chiacchierata, da tradurre poi in successivo articolo, che questa volta potrebbe avvenire anche "sotto l' albero di Natale"!
Tuttavia, anche in questo scorcio di estate, avremo modo di proseguire nelle nostre interessanti e costruttive conversazioni, naturalmente.... "sotto l'ombrellone"!
*ex dirigente centrale MPS
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