Tu sei qui: AttualitàConversazioni sotto l'ombrellone con don Vincenzo Taiani
Inserito da (admin), giovedì 23 luglio 2015 16:58:43
di Alberto Quintiliani* -
Anche quest'anno riprendo a tradurre in un articolo le parti più importanti delle piacevoli conversazioni che ho il privilegio di intrattenere - sotto un ombrellone della spiaggia di Maiori - con il Sacerdote Don Vincenzo Taiani, che mi onora - e gli sono grato - della sua amicizia. Come ho citato più volte spaziare con Don Vincenzo sui più svariati argomenti, a volte anche scabrosi e difficili - su cui peraltro non si tira mai indietro - mette a suo agio l'interlocutore (cioè io) ed annulla completamente la distanza, unita al rispetto, che si deve ad un religioso, del calibro di Don Vincenzo, uomo "permeato" di cultura, ma assolutamente umano e vicino spiritualmente alle sue "pecorelle", come deve essere appunto un moderno rappresentante della Chiesa. A questo proposito confesso che un mio "recondito" obiettivo è quello di incrementare le sue ancora precarie conoscenze sul versante economico-finanziario, settore invece strategicamente importante che detta - direttamente o indirettamente - le "regole del gioco", anche alle nazioni, come ampiamente ci insegnano le note vicende negative di questi ultimi periodi che hanno coinvolto la vicina Grecia.
Tra i tanti argomenti di cui dibattiamo e ci confrontiamo continuamente, quest'anno abbiamo deciso di dare spazio alla figura del Santo Padre Francesco, "Ciccio", come affettuosamente lo chiama lui, mentre a mia volta, riprendendo una sua battuta circa l'appellativo gradito per se stesso, mi rivolgo a lui con "Vostra Beatitudine".
Ma adesso entriamo per così dire nel vivo della "trasmissione":
d) Vostra "Beatitudine" credo che in questo periodo molto difficile che caratterizza il pianeta in generale, e soprattutto la nostra "vecchia" Europa, su più fronti: economico, sociale, politico la figura del Santo Padre stia assumendo un ruolo sempre più importante, pressoché - mi perdoni l'irriverente accostamento - a livello dei maggiori esponenti politici del mondo, ma con una caratteristica completamente diversa: interventi decisi, senza fronzoli, privi di "politichese" , diretti all'obiettivo ed acuminati come la punta di una freccia, che lascia il segno. Qualche osservatore politico lo ha perfino "etichettato" di essere un vero e proprio esponente della sinistra. Quale è la Sua opinione al riguardo?
r) Effettivamente il Santo Padre "Ciccio" rappresenta un vento nuovo che sta soffiando preliminarmente all'interno della Chiesa, spazzando via le "ragnatele" di cui era impregnata: del resto il suo stile di vita - parallelo a quello di San Francesco, di cui ha non a caso assunto il nome -va nella direzione di rendere la Chiesa sempre più vicina alla gente, con cui condividere tutte le difficoltà, le ansie, le paure e le speranze nel nome del Cristo Redentore, unico ed insostituibile punto di riferimento e rifugio per tutto il genere umano, contro le insidie del demonio. Ma questa impetuosa ventata di rinnovamento non si esaurisce soltanto all'interno della Chiesa, ma opera a 360° in maniera diretta anche e soprattutto all'esterno. Da qui le decise prese di posizione del Pontefice sui più svariati e concreti argomenti della vita sociale, anche di carattere, comunemente definiti "socio-politici", tuttavia finalizzati ad indirizzare le coscienze dei "potenti della terra" a prestare attenzione alle colpevoli disuguaglianze in essere ed all'emarginazione di una parte considerevole degli abitanti del pianeta.
Il diritto al "pane", al lavoro, alla dignità della persona, alla salute, alla libertà - anche di culto - e valori similari universali possono essere etichettati di sinistra? Se si risponde affermativamente allora il Santo Padre può essere definito di sinistra, ma intendendo "sinistra" come concetto filosofico di equità sociale, che prescinde, ovviamente, da qualsiasi ipotesi di schieramento politico. Con questi concetti allora Papa Francesco è un vero seguace di Cristo, come quando afferma che l'operaio ha diritto al suo salario e che Dio non fa preferenze di persone, perché tutti (uomini e donne) sono uguali davanti a Lui, perché da Lui creati e redenti, figli suoi di pari dignità umana e sociale.
d) Secondo Lei la Chiesa- riferendomi ovviamente ai suoi più autorevoli rappresentanti-segue il Santo Padre in questa sua "politica" di riforma della Chiesa e di stretta vicinanza alla gente ed ai suoi problemi, oppure tenta di ostacolare questo impetuoso moto di rinnovamento?
r) La forza di Papa Francesco risiede nella sua ferma determinazione nel mettere al centro dei problemi la persona e la sua dignità e proprio per questo suo genuino e sincero "attaccamento" alla persona, è ricambiato "dall'affetto della gente che è con Lui, non con i suoi pochi avversari" - per dirla con le recenti parole di monsignor Victor Manuel Fernandez, rettore della prestigiosa "Universidad Catolica Argentina" di Buenos Aires, e stretto collaboratore del Papa nella sua terra d'origine - "il Popolo sente in Lui il profumo del Vangelo, la gioia dello Spirito, la vicinanza di Cristo e così percepisce la Chiesa come la sua casa...." . E' poi da evidenziare come l'opera pastorale di Papa Francesco su importanti temi sociali sia seguita attentamente, con rispetto ed interesse, dai leader politici di tutto il mondo, attenti al profondo significato "concreto e non ideologico" dei suoi messaggi. Altra caratteristica che contraddistingue il "modus operandi" del Santo Padre è la sua capacità e disponibilità ad ascoltare i più variegati "input" che provengono dai comuni cittadini di qualsiasi nazionalità ed etnia, consentendo al Papa di avere sempre sotto controllo sia problematiche strutturali e sia quelle contingenti. Naturalmente, per ritornare allo spirito della tua domanda, questo siffatto modo di operare non sempre è compreso ed accettato da quella parte della Chiesa (cioè da alcuni suoi rappresentanti) ancora permeati dai fasti e dalla "autoreferenzialità" della Chiesa tradizionale. Anche i comportamenti genuini ed improntati alla modestia ed alla semplicità, come quella di portare personalmente l'immancabile borsa al seguito, o alloggiare fuori dalle mura vaticane contribuisce notevolmente ad avvicinarlo alla gente comune che lo considera ormai "parte di loro".
d) Don Vincenzo - proprio riprendendo l'ultima parte della sua risposta - vorrei andare ancora più in profondità su questo tema: dal momento che la congrega dei cardinali ha sempre rappresentato una sorta di "casta" all'interno della Chiesa, il ridimensionamento del loro ruolo - alcuni sono molto spesso sotto i "riflettori " alla stregua di star della comunicazione o conducono un tenore di vita che possiamo definire "opulento" rispetto alla "frugalità" del Papa - come possono condividere la preziosa opera di rinnovamento della "Chiesa pellegrina sulla terra" voluta dal Santo Padre, molto più attenta - è bene ribadirlo - alle persone, alle diseguaglianze, alla natura, alla giustizia sociale, alla sostanza e non alla forma? Non possono identificarsi in una sorta di "opposizione" di sapore politico?
r) I Cardinali, non rappresentano una struttura particolarmente importante e determinante nell' "organico" della Chiesa in quanto la Chiesa è il Popolo di Dio. guidato dai suoi pastori. Per dirla sempre con le parole di Monsignor Victor Manuel Fernandez, che conosce benissimo il pensiero di Papa Bergoglio, i cattolici, leggendo il Vangelo, "....sanno che Cristo ha assicurato una guida ed una illuminazione speciale al Papa ed all'insieme dei vescovi..." e non certo alla curia o strutture similari; il Papa non è una sorta di esponente della curia vaticana, che"....non è essenziale....". Lo "status" di Cardinale non rappresenta nient'altro che una sorta di "onorificenza" attribuita ad un vescovo, per cui, se posso essere diretto come sempre, la Chiesa non "ruota certamente attorno a loro". Con questo non voglio tuttavia sostenere che non contino nulla: dipende dagli incarichi loro attribuiti, ma soprattutto dai risultati che vengono ottenuti. La Chiesa non cerca le "luci della ribalta" come hai sottolineato tu; diversa è invece la posizione del Papa, dei Vescovi e dei Sacerdoti: sono loro gli unici Pastori della Chiesa. Il Santo Padre - e solo lui - dovendo raggiungere ed interloquire con il mondo intero, si avvale, ovviamente, anche della moderna tecnologia della comunicazione (mass media e nuovi media) per divulgare i suoi pensieri.
d) Carissimo Don Vincenzo, è sempre un grande piacere colloquiare con Lei, dal momento che parla sempre con la consueta apprezzata "lingua diritta", come dicevano i grandi capi indiani "Apaches". Ma adesso - purtroppo e per ragioni di spazio - ci avviamo al termine delle parti salienti delle nostre interessanti conversazioni - che per me rappresentano sempre un arricchimento ed una sorta di "tonico" per l'anima, con il punto centrale - da Lei sempre sostenuto e ribadito - rappresentato dalla "speranza", valore assoluto in questo mondo sempre più disumano e degradato, in linea con il pensiero del Santo Padre Francesco, che individua appunto nella "speranza" il sentimento da coltivare durante la nostra parentesi terrena. Ma dopo aver tratteggiato, come fin qui rappresentato, un "ritratto" ristretto - tuttavia sufficiente a connotare la particolare caratura del "Personaggio" del Santo Padre Bergoglio - dobbiamo necessariamente concludere con alcuni suoi pensieri (che rappresentano altrettanti diretti messaggi rivolti sia al "Suo" Popolo e sia ai "manovratori dei destini del Pianeta"), concetti che hanno trovato puntuale ed esauriente implementazione nelle Sue encicliche. Il pensiero del Santo Padre è sempre rivolto alla povertà, alla disuguaglianza, allo scarto degli emarginati, considerati una sorta di rifiuti, con i suoi messaggi incisivi, come quello indirizzato ai partecipanti a "le idee di Expo 2015" fra cui riprende - in tema di cibo - temi già trattati in occasione del suo intervento alla FAO (organizzazione per il cibo e l'agricoltura delle nazioni unite) - sottolineando un importante pensiero di santo Papa Giovanni Paolo II sul "paradosso dell'abbondanza", oppure all'economia che uccide, sulla linea dei concetti esposti nella sua enciclica "Evangelii gaudium": "non è tollerabile "- afferma il Santo Padre - "che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere di stenti in strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa". Anche i temi dell'ecologia e della difesa della natura sono nei pensieri del Santo Padre, che li ha fatti oggetto della sua ultima enciclica "Laudato sii". Considerando che noi siamo solo custodi e non padroni della terra, che dobbiamo rispettare, Papa Francesco cita sempre - come alla FAO - una frase sentita da un anziano contadino molti anni prima: "Dio perdona sempre, gli uomini a volte, la natura mai!" L'analisi di questi importanti temi sociali rappresenta per lui un'occasione propizia per sferrare nuovamente un durissimo "J'accuse" contro l'autonomia assoluta ed incontrastata della finanza speculativa che ormai domina il pianeta. Questo importante messaggio (purtroppo finora inascoltato) è stato più volte giustamente lanciato ai "potenti del mondo". Dal momento che questi argomenti che impattano direttamente sulla vita delle persone non possono essere ignorati dalla Chiesa, e del resto non possono essere lasciati soltanto alle iniziative del Pontefice, ma - a mio avviso - devono coinvolgere anche le parti periferiche (Sacerdoti) della filiera religiosa direttamente a contatto con i fedeli, vorrei conoscere il suo pensiero in proposito.
r) Per fortuna che le conversazioni che faccio con te, trattano i più svariati argomenti, compresa l'economia e la finanza, temi che, grazie a te, mi sono sempre più familiari, posso affermare che il Santo Padre è uno che non le "manda certo a dire" e proprio per questo il popolo si identifica in lui e nelle sue idee "rivoluzionarie", pur nella loro semplicità. Importante è la ripresa del pensiero del santo Giovanni Paolo II sul "paradosso dell'abbondanza" e cioè sul fatto che oggi c'è nominalmente cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, gli scarti, il consumo eccessivo sono davanti agli occhi di tutti. Riguardo al pensiero del Papa sul ruolo "nefasto" della finanza speculativa, che regola indisturbata i destini del mondo, con te ne abbiamo parlato più volte con convergenti giudizi. Una finanza "impalpabile" che non produce ricchezza- se non per gli speculatori - che rappresenta una sorta di "roulette", un gioco d'azzardo che tuttavia governa pesantemente i destini delle nazioni e del popolo, molto spesso con la colpevole complicità della politica, è assolutamente da ridimensionare, altrimenti corriamo il concreto rischio che il pianeta sarà sempre più governato dal dio denaro, novello "vitello d'oro" di antica cultura evangelica. E' proprio per queste evidenti discrasie e questi fondati timori che il Santo Padre auspica un rinnovato ruolo della tanto denigrata politica, come vocazione altissima, perché è (dovrebbe essere, aggiungo io) una delle forme più preziose della carità e perché cerca il bene comune. Purtroppo le vicende cui assistiamo continuamente su questo versante sembra proprio che vadano in una direzione opposta!
d) Carissima "Vostra Beatitudine", siamo arrivati in fondo alla nostra conversazione. Ma mi consenta (per usare una nota terminologia) a conclusione, un'ultima brevissima domanda che riguarda la sicurezza del Pontefice: per un personaggio come lui che cerca il contatto con la gente e propugna molto spesso verità scomode, vede rischi per la sua persona?
r) In teoria direi senz'altro di si. Tuttavia la vita di "Ciccio" è in mezzo alla sua gente che lo ama profondamente, per cui non sarà facile, ne possibile fargli mutare queste sue Sicuramente il Santo Padre si affida alla volontà divina ed al superiore disegno di Cristo Redentore. Poi, anche se viviamo purtroppo in un mondo che tende sempre più a "sgretolarsi, Papa Francesco non ce lo vedo proprio girare con il "giubbotto antiproiettile"!
* ex dirigente centrale MPS
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