Tu sei qui: AnnunciDraghi nomina Scannapieco al vertice della Cassa Depositi e Prestiti
Inserito da (redazionelda), giovedì 27 maggio 2021 09:10:29
Dario Scannapieco sarà il nuovo amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti, braccio finanziario del Tesoro e snodo fondamentale per la realizzazione del Pnrr, il piano di ripresa per utilizzare gli oltre 200 miliardi destinati all'Italia dall'Ue.
Mercoledì il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il ministro dell'Economia, Daniele Franco (Cdpè posseduta per l'82,77% dal Tesoro e per il resto dalle Fondazioni bancarie), si sono incontrati a Palazzo Chigi e hanno appunto concordato di cambiare l'amministratore delegato: esce Fabrizio Palermo, voluto nel 2018 dai 5 Stelle, entra Scannapieco, 53 anni, originario di Maiori, la cui vita professionale ha incrociato quella di Draghi fin dal 1997, quando l'allora direttore generale del Tesoro chiamò il trentenne economista laureato alla Luiss, appena reduce da un master alla Business School di Harvard, come consulente del ministero allora impegnato nelle privatizzazioni, sotto la regia dello stesso Draghi e del ministro dell'epoca, Carlo Azeglio Ciampi.
Da quasi tredici anni è vicepresidente della Bei che insieme al Fondo europeo per gli investimenti compone la più grande istituzione finanziaria internazionale al mondo per totale di prestiti in essere (600 miliardi di euro, il Fmi ne ha meno della metà).
Un'esperienza fondamentale che portò Scannapieco ad essere nominato, nel 2002, direttore generale Finanza e Privatizzazioni del Tesoro dal ministro Giulio Tremonti. Nel 2007, infine, l'approdo alla Bei, la Banca europea degli investimenti, braccio finanziario dell'Ue, come vicepresidente. Dal Lussemburgo, Scannapieco ha guidato la realizzazione del Piano Juncker per il rilancio degli investimenti in Europa, una sorta di mini Recovery plan (valeva 316 miliardi), nella doppia veste di vicepresidente Bei appunto e di presidente del Fei, il Fondo europeo degli investimenti, controllato dalla stessa Banca, dedicato alle piccole e medie imprese.
Esperienza interna, dunque, e internazionale. Che rappresenta agli occhi di Draghi e Franco un fattore sul quale far leva per gli ambiziosi compiti che attendono la Cdp in relazione alla fase di rinnovati investimenti pubblici che si aprirà con il Pnrr. «L'ultima grande occasione per l'Italia», l'ha definita lo stesso Scannapieco in una recente conferenza stampa, mentre in audizione in Parlamento ha insistito sulla necessità di «avere progetti e iniziative pronti e in linea con i criteri di valutazione della Ue», suggerendo di «partire con quello che è già cantierabile». Scannapieco, il cui nome era già stato fatto quando Draghi, da presidente incaricato stava formando la sua squadra, va insomma a completare quel team di uomini di fiducia del premier che saranno protagonisti della realizzazione del Pnrr.
Dario Scannapieco è nato a Maiori il 18 agosto del 1967. Sposato, due figli, dopo la laurea alla Luiss in Economia e commercio lavora per due anni alla Sip (oggi Telecom Italia), nel dipartimento Pianificazione e controllo strategico. Frequenta il prestigioso Mba (Master in business administration) di Harvard, ma al termine degli intensi due anni di corso che gli avrebbero aperto le porte di qualunque multinazionale all'estero, preferisce tornare nel proprio Paese e di "rendersi utile" per le istituzioni.
Era il 1997, e secondo la ricostruzione che fece nel 2010 "il Denaro", scrive lettere al presidente del Consiglio Romano Prodi, al ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, all'allora governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. E a Mario Draghi, direttore generale del Tesoro.
Fu l'ufficio di Draghi - anche lui dopo la laurea andò a Boston, ma al MIT, prima di tornare in Italia- a chiamarlo e a convocarlo per un colloquio. Pochi giorni dopo entra a far parte del Consiglio degli Esperti del Tesoro. Per questo è considerato uno dei "Draghi boys", il gruppo di giovani economisti - aveva solo 29 anni - che affiancarono l'attuale premier al Tesoro e poi in Banca d'Italia. Insieme a lui c'erano Vittorio Grilli, poi direttore generale e ministro del Tesoro, e top manager di Jp Morgan in Europa; e Roberto Ulissi, oggi direttore degli Affari societari e governance di Eni. La definizione (entrata nella Treccani!) deriva dai "Ciampi boys" della generazione precedente, di cui Draghi fu uno dei nomi di spicco insieme a Fabrizio Barca, Tomaso Padoa Schioppa, Paolo Savona.
Scannapieco in via XX Settembre si occupa di cartolarizzazioni e partecipazioni statali, e nel 2002 (a 35 anni) è nominato da Giulio Tremonti direttore generale del Dipartimento Finanza e Privatizzazioni del ministero dell'Economia. Nei 10 anni al Tesoro si occupa delle società di cui lo Stato è azionista, e anche di grandi infrastrutture. Siede cda di Finmeccanica, segue la prima vendita di Alitalia e la privatizzazione dei Monopoli di Stato. In anni diversi entra nell'advisory board di Spencer Stuart, nel comitato strategico di Cdp, nel cda di Consap, nel comitato di gestione dell'Agenzia del Demanio. Fa parte degli organi bilaterali (rispettivamente con Francia e Austria) che seguono la Tav Torino-Lione e il tunnel del Brennero.
Nel 2007 il ministro Padoa Schioppa gli chiede di andare in Lussemburgo a rappresentare l'Italia presso La Bei. Il suo mandato da vicepresidente viene rinnovato nel 2013 e nel 2019. Nel frattempo ricopre anche i ruoli di governatore della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, di presidente del Fei (Fondo europeo per gli investimenti).
Nonostante il lavoro a Roma e in Europa, Scannapieco è rimasto legato alla Costiera, dove passa le vacanze estive e dove il padre Alfonso e il nonno Mimì, storico giornalista, sono due figure amate e rispettate. Sempre secondo "Il Denaro", "agli amici racconta che, quando si ritirerà in pensione, girerà il tratto di mare che va da Salerno a Punta Campanella in lungo e in largo su una barchetta".
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